I miei Pr(oss)imi 50 anni
Chi sono e chi sarò?
7 (Demo)
I miei pr(oss)imi 50 anni è un momento di crisi. Nel vero senso del termine: criṡi s. f. [dal lat. crisis, gr. κρίσις «scelta, decisione, fase decisiva», der. di κρίνω «distinguere, giudicare»].

Mi guardo indietro e vedo chi sono stata.

Mi guardo adesso e vedo chi sono.

Mi guardo avanti e vedo chi voglio essere.

 

Ma guardarsi non è facile!

L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile.
Prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione.
Oscar Wilde

1 Chi sono stata?

2 Chi sono?

3 Chi sarò?

Per capire chi sono stata (in parte e in estrema sintesi) un buon punto di partenza è il mio TEDx

Ho sognato per anni di farne uno e prepararlo è stato molto impegnativo. Sebbene sono formatrice dal 1994 e ho parlato spesso anche ad un pubblico molto numeroso di più di 300 persone, parlare al TEDx mi ha emozionata moltissimo.

 

Quando sono in aula parlo di “altro” e racconto di “altri”.

Al TEDx ho parlato di me.

Ho messo al centro del famosissimo “bollone rosso” me stessa.

Ho raccontato eventi della mia vita che di solito tengo molto riservati.

Con il senno di poi avrei cambiato tante cose di quei 13 minuti, ma non una sola cosa della vita che ho vissuto.

 

Ho raccontato di quanto sia stato importante “unire i puntini” e oggi sono consapevole che, per me, i due punti più importanti sono stati due: Conoscere e Condividere.

 

Ho avuto una bellissima infanzia, senza lussi ma piena del necessario: amore, attenzioni e valori.

Mia mamma è invalida da quando ho 13 anni e quando ho finito le superiori ho deciso di andare subito a lavorare. Ricordo come se fosse ieri che mio padre mi disse che sarebbe anche andato a rubare per pagarmi l’università ma a me non è sembrato molto opportuno…

 

Curiosa da sempre, fin da piccola mi ha guidata un profondo desiderio di conoscenza.

Ho sempre voluto capire e studiare come funzionavano le cose fino al punto di smontare i giocattoli che mi capitavano tra le mani per vedere come funzionavano. 

In particolare avevo una predilezione per le bambole (di mia sorella Anna). Le smontavo tirando le braccia e le gambe e molto spesso poi non ero in grado di rimontarle perché non riuscivo a ricollegare bene gli arti in modo preciso…

Ancora oggi mia sorella mi rinfaccia (giustamente) di averle rotto buona parte dei suoi giocattoli.

 

Ho sempre adorato condividere momenti allegri con gli altri.

Come molti secondogeniti ho sempre avuto un carattere molto estroverso e sebbene io sia più piccola di 1 anno, 7 mesi e 2 giorni, ho sempre ottenuto gli stessi benefici e i medesimi vantaggi della mia sorellona solo che li ho ottenuti con 1 anno, 7 mesi e 2 giorni di anticipo!

Un po’ come se fossimo sorelle gemelle. 

Certo questo aveva come controindicazione che mia mamma tendeva a vestirci e pettinarci – e s a t t a m e n t e – nello stesso modo (almeno da quando non abbiamo più potuto usufruire del vivacissimo scambio di vestiti dei nostri cugini più grandi). 

Ho anche fatto la comunione un anno prima per farla insieme e fare una festa unica.

Oggi sono consapevole che questi due elementi sono sempre stati presenti in tutta la mia vita. Li ho rivisti anche in questo articolo per la rivista IL SEGNO, che mi ha riportato alla mia esperienza da “incaricata” in oratorio nel lontano Natale del 1988 alla tenera età di 16 anni ( e mi viene da pensare che di tenero avessi solo l’età visto come scrivevo).

L’apprendere attraverso il fare e il condividere erano già il mio modo di vedere e vivere il mondo.

Quando lo rileggo provo una profonda tenerezza per quella “me” che già ero senza sapere di esserlo.

Chi sono?

Oggi mi descrivo sempre come “portatrice sana di sindrome da apprendimento continuo

a livello ossessivo-compulsivo.

In via di guarigione.

Forse.

Questo è il messaggio che ho condiviso su Facebook nel giorno dei miei 50 anni:

A 50 anni non le sopporti più le costrizioni.

Non sopporti il reggiseno troppo stretto, le cene obbligate, i tacchi alti sui sampietrini e i sorrisi di circostanza…

 

A 50 anni non hai più voglia di dimostrare nulla.

Sei quella che sei, con le cose che hai fatto e quelle che ancora vuoi fare.

Se agli altri va bene, bene.

Altrimenti è così lo stesso.

 

A 50 anni non importa se hai avuto o non avuto figli.

Sarai comunque madre: di tua madre, di tuo padre, di una zia rimasta sola, del tuo cane o di un gatto spelacchiato che hai raccolto per strada.

E se tutto questo non ci sarà, sarai madre di te stessa.

Perché con gli anni avrai imparato a prenderti cura di un corpo che finalmente ami, nel suo divenire sempre più imperfetto solo agli occhi degli altri.

 

E chi se ne importa se metà armadio ha la taglia sbagliata (o magari anche quasi tutto) 🤪

 

L’importante è che la schiena non scricchioli troppo quando ti alzi, che toccandoti il seno non si sentano palline e che le mestruazioni finalmente diventino un problema degli altri.

 

A 50 anni hai voglia di serenità, leggerezza e libertà.

 

Libera di dire di no, libera di stare in pigiama tutta la domenica, libera di sentirti bella per te e non per gli altri.

Libera di camminare da sola: chi ti ama starà al tuo passo, degli altri chi se ne frega.

Libera di cantare a squarciagola in auto anche se al semaforo ti guardano male.

 

Avrai sogni come a vent’anni e chiederai tempo ad ogni dio per realizzarne ancora.

 

E ora, proprio ora che metà vita l’hai mangiata a bocconi grandi e di fretta, troverai la voglia di assaggiare piano piano tutto lo zucchero e il sale dei giorni davanti a te.

 

E avrai il coraggio di mostrarti così come sei con le tue forti fragilità, i costanti timori e le profonde paure.

 

Vestita a festa con sobrietà e leggerezza.

 

Grazieeeeeeeeee a tutti di cuore ❤️

Il mio grande sogno è costruire qualcosa dove le persone possano conoscere come funzioniamo e condividere esperienze, emozioni e opinioni con totale serenità.

Per farlo ho capito che ho di fronte scelte inevitabili.

E ciò che oggi mi sembra inevitabile un tempo mi sembrava inimmaginabile.

Mi guardo avanti e vedo (e sento) il bisogno di “leggerezza”, sento l’esigenza di “lasciar andare” e scegliere di fare ed essere “di meno”.

Per la prima volta in vita mia sono consapevole che al primo posto ci sono io.

Senza se e senza ma.

Tutto il resto sarà una conseguenza.

Vedremo!

Alla prossima…

% Commenti (2)

Ti ho conosciuto adulta, ma vedo dalle foto che sin da piccola hai portato nel mondo quel tuo sorriso radioso che è parte fondamentale del tuo entrare in relazione, e insegnare. Grazie ancora, Eleonora!

Grazie a Te Annalisa! Pensa che “Sorriso” è il nome che ho scelto quando ho studiato la LIS 😉

Lascia un commento